Metalli e cavo orale

Il contatto di alcuni metalli con la cute induce una sensibilizzazione allergica in grado di innescare il quadro clinico della dermatite da contatto e lo stesso può accadere, anche se meno frequentemente, quando il contatto del metallo avviene con la mucosa orale, caso in cui una sensibilizzazione può portare al quadro della stomatite da contatto o allo sviluppo di lesioni lichenoidi.

L’attività odontoiatrica e in particolare la protesizzazione del cavo orale costituiscono il principale rischio per l’induzione una sensibilizzazione ai metalli.

In questi casi infatti si verifica un’esposizione diretta delle mucose del cavo orale attraverso il contatto con le leghe metalliche e in particolare degli ioni metallici (es: Hg, Au, Ag, Ti, ect) dissolti nella saliva.

Gli ioni metallici si riscontrano infatti, in concentrazioni variabili, in tutti i soggetti portatori di restauri in leghe metalliche. La dissoluzione degli ioni in saliva è data dal processo di usura meccanica delle leghe durante la masticazione e dalle variazioni di eventi chimico-fisici: pH, variazioni termiche, reazioni con alimenti assunti (es: cibi acidi).

I metalli che più frequentemente appaiono associati a sensibilizzazione immunologica tipo IV e alle lesioni lichenoidi sono: l’oro (orosodiotiosolfato) e il mercurio metallico contenuto nell’amalgama.

Sebbene sia alto il numero di pazienti positivi ai patch test senza sintomatologia specifica, la rimozione delle capsule in pazienti con lesioni orali o dermatiti del volto persistente e non rispondente alle convenzionali terapie e positività ai patch test è razionale dal punto di vista scentifico e può portare alla risoluzione della patologia.

E’ fondamentale per il clinico poter consigliare a ragion veduta un intervento di bonifica dei metalli presenti in cavo orale per evitare al paziente pesanti conseguenze cliniche e soprattutto economiche

Dott.ssa Paola Persichini