Il pelo e la foto-epilazione

Gli esseri umani hanno una concentrazione di peli per centimetro quadrato superiore alla maggior parte delle scimmie. D'altro canto molti di questi peli sono sottili e poco pigmentati, pertanto difficili da osservare ad occhio nudo. Per esempio, sulla fronte sono presenti peli in quantità maggiore rispetto a qualsiasi altra parte del corpo. I peli più spessi e pigmentati sono chiamati peli terminali. Questi peli formano le sopracciglia e si trovano sul cuoio capelluto, a livello degli arti superiori ed inferiori, sul tronco, regione genitale ed ascelle. In queste zone è possibile agire con il laser o con la luce pulsata. Le ciglia, pur essendo peli terminali non possono essere trattate con il laser. Il ciclo del pelo riconosce 3 fasi e varia in relazione al sesso, all'età e alla regione cutanea. 

·       Fase di crescita (fase anagen). Questa fase può durare mesi o anni;

·       Fase regressiva (fase catagen). Dura pochi giorni;

·       Fase di riposo (fase telogen). Dura qualche settimana, alla fine delle quali il pelo cade. Un nuovo pelo inizia a formarsi nel follicolo.

LA FOTO-EPILAZIONE 

La depilazione mediante il laser o luce pulsata si basa sulla cosiddetta "fototermolisi selettiva". La luce laser distrugge in maniera selettiva il pelo, poiché il suo bersaglio è rappresentato dalla melanina, cioè il pigmento che colora il pelo. Questo è il motivo per cui i peli bianchi (privi di melanina) o molto chiari non vengono distrutti dala luce pulsata o dal laser. Il laser risulta efficace solo sui peli in fase anagen poiché in tale fase il bulbo è ricco di melanina. Il laser non è efficace sui peli in fase telogen in quanto la melanina è scarsamente o per nulla rappresentata nel bulbo pilifero. In un area di cute non tutti i peli sono in fase anagen, per questo motivo sono necessarie più sedute a distanza di tempo, per poter distruggere progressivamente la maggior parte dei peli.

Per ottenere una epilazione soddisfacente sono necessari più trattamenti (in genere 5-8 sedute). Il numero di trattamenti non è definibile con esattezza poiché variabili diverse possono condizionare il risultato: tipo di pelo e fase di crescita, colore, sede, profondità, situazione ormonale, terapie, pigmentazione della cute (fototipo). La risposta quindi è individuale. Nella maggior parte dei casi il 60-85% dei peli vengono rimossi. E' possibile che una piccola percentuale di peli, nel corso degli anni, possa crescere. Normalmente i peli che crescono sono miniaturizzati, cioè con diametro ridotto.

Abbronzatura con lettini artificiali. Uso, abuso e problematiche di tipo psichiatrico.

Convincere i pazienti a non sottoporsi all’abbronzatura con lettini artificiali risulta spesso impresa vana, Nonostante la conoscenza dell’aumentato  rischio di sviluppo di tumori cutanei correlati all’esposizione ai raggi UV . Alcuni di questi pazienti hanno già sviluppato carcinomi cutanei ma nonostante la consapevolezza del rapporto causa-effetto esposizione UV/ foto danneggiamento-tumore hanno continuato a sottoporsi  all’esposizione . Emerge dai vari questionari che il comportamento della maggior parte dei pazienti intervistati è assimilabile alla dipendenza. I risultati indicano inoltre, una possibile correlazione tra eccesso di sedute e la presenza di disturbi di tipo ossesivo compulsivo con ovvie tracce dismorfofobiche. Tali tratti risultavano predominanti nel sesso femminile. 

Ashrafioun L et al J Am Acad Dermat 2014 70(3):473-480

E nella psoriasi ci sono dati attendibili sul ruolo della dieta ?

Ai tempi e dico ai tempi, quando ero un giovane specializzando molti illustri maestri consideravano la psoriasi come ‘malattia dei sani ‘ ovvero una patologia sicuramente potenzialmente grave per il disagio fisico e psicologico e per l’associazione con l’artrite ma in cui erano assenti associazioni con malattie sistemiche o metaboliche. Negli ultimi anni questa osservazione è stata confutata. La psoriasi è spesso associata (60%) a sovrappeso e obesità sia in età infantile,sia in età adulta. La psoriasi è correlata frequentemente alla sindrome metabolica. Molti studi soprattutto italiani sottolineano che obesità e sovrappeso possono influenzare la comparsa , la gravità e la risposta terapeutica nella psoriasi. Recentemente uno studio clinico ha mostrato che una dieta ipocalorica associata a un aumentato esercizio fisico che comporti una riduzione anche modesta del peso corporeo può avere un importante effetto benefico sulla psoriasi. Il rapporto tra obesità e psoriasi è evidente anche nel bambino. Una ragione in più per favorire una sana ed equilibrata alimentazione anche nei bambini.

 

Naldi L et al Br J dermat 2014, 170:634-42

Acne e dieta. Cosa c'è di nuovo o di vecchio da sapere.

Sempre più articoli sottolineano l’importanza della dieta nello sviluppo dell’acne.  Sicuramente il principale indiziato sotto accusa è il latte soprattutto quello parzialmente scremato. Il latte quindi come cofattore nella patogenesi dell’acne ma anche i cibi che lo contengono come per esempio il cioccolato e. Come sottolineavano tanti anni fa le nostre mamme che ci vedevano ,lungo. , come spesso accade  Non solo il latte però ma anche alimenti con elevato carico glucidico e ricchi pieni di zuccheri raffinati possono favorire lo sviluppo delle lesioni . l’effetto protettivo della dieta si può esprimere con alimenti quali frutta verdure e pesce, ma questo credo che valga per un sacco di disturbi. Liquidare con un alzata di spalle le preoccupazioni di ordine dietetico da parte dei giovani e non più giovani non rappresenta il modo migliore x affrontare questa insidiosa patologia.

 

Melnik Bce t al. Clin CosmetInvestg Dermatology.2015;8:371-377

Caffè e malanomi. Possibile effetto protettivo.

Come sempre questi dati sono da prendere con le molle, ma il consumo di caffè ( almeno 4 tazzine  al giorno) sembra associato a una riduzione del rischio nel contrarre il melanoma . Tale effetto protettivo è più pronunciato nel caffè caffeinato rispetto quello decaffeinato. Alcuni studi in vitro e su animali da laboratorio dimostrano che componenti del caffè fra cui polifenoli, diterpeni, trigonellina e caffeina sono in grado di inibire i tumori indotti dagli Ultravioletti B. Anche in questo caso, questi dati non possono essere indicativi e applicabili sull’uomo ma suggeriscono ulteriore ricerche. I risultati del presente studio devono essere considerati preliminari e necessitano pertanto di ulteriori conferme. Il caffè è sempre più citato nelle riviste scientifiche per le naturali e intrinseche capacità antiinfiammatorie e antitumorali . lo stile di vita e le abitudini alimentari sembrano disegnare sempre più spesso un attività preventiva in numerose patologie.

 

 J NatlCancer Inst. 2015; 107 (2)