Cosa è la vitiligine e la terapia tradizionale

La vitiligine è una malattia della pelle e delle mucose  non contagiosa, caratterizzata da chiazze cutanee prive o carenti di melanina. Nelle zone pelose coinvolte dalla patologia, i peli non sono pigmentati. Le chiazze, nella maggior parte dei casi sono disposte in modo simmetrico. L’esordio della malattia più spesso interessa il viso, soprattutto l’area attorno alla bocca, le palpebre, le dita delle mani e i genitali.

La vitiligine colpisce oltre l’1% della popolazione mondiale senza differenze geografiche, razziali o di sesso. La fascia d’eta maggiormente colpita comprende soggetti tra i 20 e 40 anni, benché in età pediatrica siano segnalati casi di tale patologia sempre con maggior frequenza.  La causa della patologia rimane sconosciuta, probabilmente giocano un ruolo importante nel determinare la malattia fenomeni autoimmunitari e infiammatori.

La vitiligine è associata nel 30% dei casi a tiroiditi autoimmuni soprattutto nel sesso femminile. Anche malattie autoimmuni sistemiche quali il LES o la Sclerosi Sistemica possono essere precedute o accompagnate a questo disturbo. Sono state segnalate inoltre, ulteriori associazioni con disturbi endocrinologici quali il diabete o il morbo di Addison o con processi infiammatori intestinali come il morbo di Chron.

I risvolti psicologici in tale patologia sono complessi e disturbi comportamentali e relazionali sono descritti in questi pazienti. Più spesso si sviluppano quadri di ansia sociale, e depressione.

La terapia della vitiligine prevede l’uso di rimedi topici quali cortisonici e inibitori della calcio-neurina che non sono scevri da effetti collaterali e la cui risposta spesso è insoddisfacente. Recentemente alcuni autori suggeriscono l’uso della piperina, un estratto del pepe nero nelle fasi stabili della malattia meglio se  in associazione all’esposizione solare.  


prima della terapia

prima della terapia

dopo una seduta

dopo una seduta

dopo 4 sedute

dopo 4 sedute

La terapia con fototerapia al CDM

La fototerapia con  raggi Ultravioletti di tipo B a banda stretta (311 nm) prevede 2-3 sedute alla settimana per uno o più cicli all’anno in relazione alla gravità ed estensione della malattia. Le sedute sono di breve durata con progressivo aumento del tempo di esposizione (da 10-15 secondi ad alcuni minuti). Anche laser ad eccimeri e sorgenti ad alta intensità a lunghezza d’onda simile (308 nanometri) sono state proposte negli ultimi anni nella terapia della vitiligine. Tali fonti di energia prevedono alte fluenze con energie distribuite in modo omogeneo sulla superficie cutanea da trattare.

Rispetto alla fototerapia tradizionale con le fonti ad eccimeri a lunghezza d’onda 308 nm sono previste un numero minore di sedute. Anche la ri-pigmentazione delle chiazze carenti di melanina sembra avvenire più rapidamente.

La fototerapia tradizionale e le sorgenti ad eccimeri trovano indicazione anche nella psoriasi, nella dermatite atopica dell’adulto e del bambino, nella prurigo nodulare e nelle prime fasi della micosi fungoide. Sono state segnalati inoltre risultati confortanti nella dermatite cronica palmo-plantare, nell’alopecia areata e nella parapsoriasi.

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